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Il problema dei giovani e della disoccupazione, esiste la soluzione?

Posted On Luglio 13, 2017 at 7:00 am by / No Comments

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  • GIOVANI E DISOCCUPAZIONE.

Si sente sempre più parlare del problema dei giovani e della disoccupazione: come mai proprio i giovani, che dovrebbero portare nuove energie nel mondo del lavoro, di fatto ne restano esclusi? Come fare a vivere un momento di crisi professionale senza abbattersi e rinunciare ai propri sogni? Vediamolo insieme.

A ben vedere sembra quasi un ossimoro. Com’è possibile, infatti, che ci si ritrovi disoccupati in quella che dovrebbe essere la stagione più produttiva della vita? Eppure le cose stanno proprio così. Se non un ossimoro, che almeno si conceda di chiamarlo paradosso. Questo terribile stato di cose per cui, proprio quando ci si trova nella forza mentale e fisica per affrontare al meglio le sfide della vita. Di fatto non si ha la benché minima attività da svolgere o per la quale sentirsi veramente utili.

Un po’ come un aborto, se vogliamo, visto che a ciascuno è dato di crescere tra i banchi della scuola, maturando sia personalmente che dal lato della formazione. Solo per arrivare a un punto in cui pare che non si debba crescere più, e proprio perché l’ingresso nel mondo del lavoro viene di fatto precluso. Oppure perché lo si è semplicemente sfiorato passando da uno stage all’altro, e senza che a questo sia magari corrisposta una reale crescita come professionista.

Giovani e disoccupazione: mai abbattersi.

Quasi come a girarci intorno, al mondo del lavoro. Come degli spettatori cui non è mai dato di salire sul palco per sentirsi finalmente protagonisti. Tuttavia un altro ossimoro potrebbe anche essere quello di creare un perfido accostamento tra la parola “giovani” (con tutto il suo carico di significati legati a speranza, freschezza, futuro e passione) e quelle ben più cupe di “disperazione, “disincanto” e “sfiducia”. Se da una parte è dunque vero che la situazione è critica. Dall’altra però non si può neanche immaginare che un giovane soccomba al periodo di crisi buttando alle ortiche tutti i suoi sogni di carriera. Sogni che in verità non sono quasi mai legati alla mera realizzazione professionale ma ad un qualcosa di molto più intimo e profondo. La necessità, cioè, di vedersi realizzati prima di tutto come individui, in un incontro “fortunato” tra le proprie passioni, il talento individuale e il lavoro. Comunque, ci tocca di dover svolgere ogni giorno per portare avanti le nostre vite.

Redatto da Raffaella Forte (Crescita Personale)

Esiste una Soluzione?

Stante le ultime rilevazioni dell’Istat i disoccupati in Italia sono 3 milioni e 250 mila (12,6%) con un trend pressoché stabile negli ultimi mesi di rilevazioni. Quello che più preoccupa e che si pone prepotentemente in primo piano, è però il tasso di disoccupazione giovanile che staziona ormai stabilmente sopra la soglia del 40%.

Se da una parte la globalizzazione dell’economia e l’unificazione monetaria hanno impattato sulla nostra produzione industriale e quindi sugli indici occupazionali. Dall’altra parte è altrettanto vero che le nostre aziende hanno mancato di spirito d’adattamento alla nuova realtà economica globale. Riducendo la capacità innovativa, concentrando gli investimenti su beni rifugio piuttosto che sulla ricerca e lo sviluppo.

Tra le soluzioni possibili per chi cerca di migliorare la propria condizione lavorativa, o per chi cerca di crearsene una, c’è quella di avviare un’impresa: sono sempre di più, infatti, i c.d. “startupper” che decidono di cimentarsi in un’attività lavorativa in proprio. Analizzando le aree di appartenenza di questi neo-imprenditori, si evince che per circa il 50% essi provengono da precedenti esperienze lavorative in aziende private.

Il restante 50% proviene da esperienze legate al mondo universitario e della ricerca applicata. Sono circa 1500 le start up innovative avviate in Italia di cui 673 nel 2013, mentre, parlando in termini assoluti, sono circa 71mila le imprese gestite da under 35.

Le regioni più dinamiche sono la Lombardia con 355 start up innovative, seguita dal Lazio e dall’Emilia Romagna, più indietro sono invece le regioni del sud Italia ad eccezione della Puglia.

Dopo decenni caratterizzati dalla ricerca del posto fisso, la scarsità e la poca appetibilità delle alternative lavorative ha restituito ai giovani italiani lo spirito di intraprendenza che storicamente ha caratterizzato la nostra economia.

Basata su una produzione in piccola scala, ma di qualità, e che oggi più che mai necessita di aprirsi al mondo per sfruttare le potenzialità introdotte dalla nuova economia globalizzata e dalle nuove tecnologie.

L’Italia ha tutte le qualità per ripartire ed è certamente auspicabile che riponga le sue speranze di ripresa nei giovani e nella loro volontà di sviluppare idee imprenditoriali di successo.

Fonte: International Business Times

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